Friday, February 27, 2015

UAE: National Cement to negotiate with 4 banks to borrow LE250 m

National Cement (NCEM) intends to negotiate for new financing worth LE250 million to use for the financial obligations of the new development plan, AlMal Newspaper reported on Wednesday.

Sources said the company is requesting funding offers from 4 banks; CIB (COMI), Banque Misr, QNB AlAhli (QNBA), and Emirates NDB, adding that each bank will provide a separate financing offer and that it is possible to form an consortium.

The company's future projects includes converting 2 cement mills to a closed circuit to produce cement with 42.5 standards for export, according to its website.

Wednesday, February 25, 2015

JAMAICA: Caribbean Cement Revenue, Profit Soar As Parent TCL Falters

Caribbean Cement Company Limited emerged unscathed from the board takeover that rocked its parent last summer, to produce annual pretax profits of $255 million compared to a loss of $3 million the previous year.

Its performance was assisted by a new record year for sales for the Rockfort, Kingston-based operation, which climbed from $12 billion to $14.3 billion at year end December 2014.

Domestic cement sales volumes grew by only one per cent to 594,164, while cement exports inched up to 232,765 tonnes. Clinker exports, however, quintupled to 155,423 tonnes because of a supply agreement with Venezuela.

Over in Claxton Bay, the home base of Trinidad Cement Limited, the group also reported an overall climb in revenue from TT$1.93 billion to TT$2.1 billion, which TCL described as a record for the company. The cement producer also reported a narrow EBITDA gain from TT$407.7 million to TT$407.8 million.

However, it also booked a TT$153 million for losses linked to subsidiary Arawak Cement Company Limited, which served to cut operating profit for the year to TT$116 million, from TT$276 million the previous year.

Losses after taxes were more than TT$205 million on continuing operations, rising to TT$211 million when the discontinued operations of lossmaker Premix & Precast Concrete Inc of Barbados are taken into account.

The results wiped out the TT$67 million of profit after tax credits that TCL reported in 2013.

"Despite that increase in the sales, EBITDA didn't increase because there were some extraordinary items that affected the results," said acting chief executive and board director, Alejandro Ramirez.

Indebted

Extraordinary expenses totalled TT$57 million and included the impairment of weather-damaged clinker that was stored outside Arawak Cement Company for several years, as well as back payments to unionised staff and legal costs, he said.

Trinidad Cement remains heavily indebted but its liabilities were largely flat at the end of 2014, at TT$2.76 billion, the majority $2.38 billion of which is due in the short term - a return to its pre-2012 status after the new Wilfred Espinet-led TCL board threw out the debt-restructuring plan that had been negotiated by the old board.

TCL is working out a new agreement with creditors and also plans to raise fresh capital of about TT$50 million from a rights issue that will open to shareholders on March 6, as it restructures its balance sheet.

Minority partner Cemex will underwrite US$45 million of the offer in exchange for a larger stake in TCL. Under the agreement, Cemex's current 20 per cent holdings will grow to between 35 and 40 per cent.

Jamaica's debt saw an uptick in the year to TT$4.89 billion, of which TT$3.8 billion is due in the short term.

The Rockfort operation reported that under the old group debt-restructuring programme, it booked a credit of $591 million in 2013 regarding withholding taxes associated with the operating lease paid to parent TCL.

Caribbean Cement, which is now chaired by Christopher Dehring, reported that in 2014 it reduced its finance charges by more than $800 million.

At the bottom line, the company made after-tax profit of $138 million compared to $114 million after tax credits in 2013.

ITALY: Cementir ok all’aumento di capitale da 300 milioni



Come annunciato lo scorso gennaio, il Cda della Cementir Holding riunitosi ieri in un’assemblea straordinaria, ha dato ieri il via libera alla delega al Cda ad aumentare il capitale sociale in una o più tranche per un ammontare massimo di 300 milioni (comprensivo di eventuale sovrapprezzo). La delega ha durata quinquennale ed è senza esclusione del diritto di opzione. Questo atto, ha spiegato il presidente e CEO Francesco Caltagirone jr “ci permette di partecipare ad eventuali acquisti che potrebbero sembrare al venditore troppo grossi per Cementir”.

“La delega – precisa una nota il gruppo – riguarda in particolare la facoltà per il Consiglio di Amministrazione di aumentare in una o più volte il capitale sociale, a pagamento e in via scindibile mediante emissione di azioni ordinarie. Il ricorso alla delega – precisa la Cementir Holding – consente di aumentare le risorse patrimoniali e la flessibilità finanziaria della società nell’ambito dell’implementazione della propria strategia di crescita. Le risorse reperite potranno essere destinate, oltre che alla crescita per linee esterne, anche alla valorizzazione degli investimenti esistenti. Le tempistiche di esercizio della delega, nonché i termini e le condizioni delle eventuali emissioni dipenderanno dalle concrete opportunità che si presenteranno e verranno prontamente comunicati al mercato ai sensi di legge e di regolamento non appena saranno determinati”. “La modifica statutaria – puntualizza la nota – non dà luogo ad alcuna causa di recesso a favore degli azionisti ai sensi dello Statuto sociale e delle disposizioni di legge e regolamenti applicabili”.

All’aumento di capitale hanno partecipato sia la Caltagirone spa, che tramite Calt 2004 srl detiene il 31,67% del capitale di Cementir Holding, sia la Vianini Lavori, che possiede il 25,48% delle quote tramite la Lav 2004 S.r.l. La Vianini Lavori appartiene al gruppo Caltagirone: il 50,04% delle sue azioni è infatti detenuto proprio dalla Caltagirone Spa. Francesco Gaetano Caltagirone, presidente ed amministratore delegato della Cementir Holding, detiene il 2,8%, in modo tale da controllarne la maggioranza delle azioni.

Un altro 12% di questa società è controllato in egual misura da altre due società del gruppo Caltagirone: la Finanziaria Italia 2005 Spa e la Capitolium Spa. Entrambe le società hanno dato ufficiale consenso all’operazione (il Consiglio di Amministrazione di Vianini Lavori S.p.A. è presieduto da Mario Delfini). Insomma, un aumento di capitale in famiglia. Del resto, non poteva essere diversamente. L’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone, secondo i dati forniti dalla Consob, ha in mano, attraverso diverse controllate, il 64,60% di Cementir (il 4,78% lo detiene il figlio Francesco Caltagirone Jr, il restante 29% è “flottante”, ovvero la quantità di azioni, emesse da un’azienda quotata, che gli investitori possono liberamente commerciare nel mercato secondario).

“Rendere più solida l’azienda, andare a presidiare zone dove non siamo presenti e rafforzare la nostra leadership nel cemento bianco”. Con queste parole Francesco Caltagirone jr ha tracciato il percorso di crescita della società, che ieri si è dotata di un gruzzolo di euro non indifferente per essere più forte in un settore in pieno fermento dopo la fusione tra Hocim e Lafarge. “L’aumento non ci serve per coprire buchi, ma per darci maggiori opportunità: i soldi verranno spesi bene”, ha assicurato ieri Caltagirone, ricordando che l’azienda non aveva mai fatto aumenti di capitale prima e che la stessa si è sempre finanziata con le acquisizioni. I proventi verranno usati “per eventuali operazioni di merger&acquisition, qualora ce ne dovessero essere; e per il rafforzamento del perimetro”. Nella strategia del gruppo, in particolare, c’è infatti l’obiettivo di espandere la presenza nel settore del cemento bianco, in cui Cementir detiene una fetta del 20% a livello mondiale, in Nord America o nel sud est asiatico: al momento comunque non pare ci siano operazioni al vaglio.

Eppure, già lo scorso gennaio, secondo gli analisti di Mediobanca Securities, l’operazione era stata messa in cantiere probabilmente per acquisire gli asset canadesi dell’azienda Holcim. Il mercato del cemento vive infatti una fase di consolidamento, mosso appunto dalla fusione fra Lafarge (gruppo francese produttore di materiali da costruzione, leader mondiale nel suo settore, seguito proprio da Holcim) e Holcim. Questa fase di consolidamento, secondo gli esperti del settore, potrebbe indurre i gruppi di piccola e media dimensione a trovare una crescita sostenibile attraverso operazioni di m&a (Mergers and acquisitions, ovvero fusioni e acquisizioni). Anche per la società di consulenza finanziaria Kepler Cheuvreux l’aumento di capitale da 300 milioni di euro rappresenta una sorta di “immagazzinamento di munizioni” in vista di un’operazione di M&A.

La banca d’investimento Equita ricordava come il track record storico nell’M&A è buono visto il successo dell’acquisizione Aalborg da parte della Cementir del 2004. “Da verificare”, scrivevano gli analisti, “se l’aumento rappresenta al momento solo un’opzione oppure se è connesso ad un progetto concreto già in fase di studio”. Del resto, lo stesso Caltagirone nell’aprile dello scorso anno, lasciò intendere che era allo studio del gruppo un’operazione di questo tenore. “Se per problematiche antitrust”, il colosso mondiale del cemento che nascerebbe dalla fusione tra Holcim e Lafarge “dovesse cedere delle attività, abbiamo i conti in ordine per valutare possibili subentri” dichiarò in occasione dell’approvazione del bilancio 2013 nello scorso aprile. Ed anche gli analisti della società di consulenza società Kepler – Cheuvreux avevano previsto la scorsa primavera che il gruppo avrebe utilizzato una cifra vicino ai 500 milioni di euro a sua disposizione per fare “shopping” nel settore, in particolare per una espansione delle sue attività nel Far East. Del resto il gruppo Cementir ormai ottiene quasi il 90% dei ricavi fuori dall’Italia (in particolare da Scandinavia, Turchia ed Estremo Oriente).

Intanto lo scorso 5 febbraio, la Cementir Holding ha reso noti i dati preconsuntivi consolidati 2014 esaminati dal Cda: il gruppo ha chiuso il 2014 superando gli obiettivi relativi al margine operativo lordo e all’indebitamento finanziario netto, che, rispettivamente, si attestano a 192,4 milioni di euro rispetto al 169,7 milioni del 2013, in crescita del 13,4%, e a 278,3 milioni rispetto a 324,9 milioni rispetto al 2013. Il risultato del MOL (margine operativo lordo) è stato pari a 180,4 milioni di euro, in linea con le previsioni del management. Il risultato operativo è stato pari a 104,1 milioni rispetto ai 76,7 milioni di euro al 31 dicembre 2013. I ricavi delle vendite e prestazioni sono pari a 948,0 milioni con una flessione del 4,1% rispetto al 2013 anche a causa dell’impatto negativo di circa 50 milioni derivante dalla svalutazione delle principali valute estere nei confronti dell’euro. A cambi costanti i ricavi si sarebbero attestati a 998,4 milioni, in aumento del 5,3% rispetto all’anno precedente.

Nella giornata di ieri, Caltagirone ha dichiarato che piccoli segnali positivi arrivano dal mercato italiano, dove sembra si stia arrestando il calo dei consumi di cemento: segnale dell’inizio di “una fase di stabilizzazione”, ma – ha avvertito Caltagirone – non di crescita, per la quale potrebbero servire 2-3 anni”. Resta invece complicata la situazione in Egitto, dove Cementir (attraverso la controllata Sinai White Portland Cement) ha il più grande impianto di produzione di cemento bianco al mondo ad El-Arish: “la situazione è ancora in evoluzione”, l’impianto va a “stop and go, da 3 anni va alla metà della capacità, ma speriamo la situazione possa stabilizzarsi”.

Proprio a Taranto, del resto, la Cementir ha uno dei suoi impianti italiani. Dove ricordiamo che dal 1 gennaio 2014 non si produce più cemento ma soltanto il clinker. Una lenta dismissione dell’impianto in piedi dal 1964, dove lo spegnimento del forno è stata la logica conseguenza delle scelte economiche aziendali, dopo aver accantonato nell’aprile del 2013 un progetto di rilancio di oltre 150 milioni di euro chiamato “Nuova Taranto”, destinato all’“ampliamento degli impianti produttivi esistenti ed il recupero di efficienza e competitività dello stabilimento produttivo di Taranto”. A tal proposito, la RSA Cementir di Taranto dello Slai Cobas, “visto il silenzio di azienda, sindacati e istituzioni, sul nostro presente e sul nostro futuro” ha avviato da ieri lo stato di agitazione di tutti i lavoratori, promuovendo un presidio in Prefettura per il prossimo 5 marzo, “che richieda un tavolo urgente a Taranto sulla Cementir e un documento da inviare a Roma”.

Intanto lo stabilimento di Taranto sembra sempre più uno scheletro di archeologia industriale del ‘900, abbandonato a se stesso e destinato ad essere chiuso nel giro di poco tempo. Vicenda Ilva e mercato del cemento italiano permettendo, ovviamente. Del resto Taranto è abituata da sempre ad attendere sorniona i comodi di qualsivoglia gruppo imprenditoriale ed a subire silente ogni tipologia di dismissione accollandosi “felicemente” i danni collaterali. Siano essi ambientali e/o economici.

Tuesday, February 24, 2015

THAILAND: Thai Siam City Cement says Holcim to divest stake

Siam City Cement PCL (SCCC) , Thailand's second-largest cement maker, said on Monday Swiss company Holcim has decided to sell its 27.5 percent stake in the company.

SCCC said in a statement Thai Roc-Cem Ltd, Holcim's indirect wholly-owned subsidiary, will sell 63.29 million shares of SCCC, but Holcim gave no details about the divestment or when the sale would be finalised.

Based on Monday's closing price of SCCC shares at 434 baht, the stake is valued at about 27.5 billion baht ($843 million), according to Reuters calculations.

SCCC is controlled by Thailand's Ratanarak family.

ITALY: Cementir, Caltagirone jr: "Il calo del cemento si sta arrestando. Problemi in Egitto"

Secondo il presidente della compagnia Francesco Caltagirone jr negli ultimi mesi il declino del consumo di cemento in Italia si sta arrestando, anche se ci vorrà tempo per tornare ai livelli pre-crisi - Problemi legati al terrorismo in Egitto.

Il calo di consumo di cemento in Italia "si sta arrestando". A dirlo è il presidente di Cementir Francesco Caltagirone jr, parlando nel corso dell'assemblea straordinaria del gruppo sulla delega per un aumento di capitale da 300 milioni: "Non so se una rondine faccia primavera, ma da dicembre, gennaio e anche febbraio, il declino sembra si stia arrestando". 

In ogni caso, ha proseguito Caltagirone jr, nonostante i cenni di ripresa, per tornare ai volumi pre crisi il mercato italiano del cemento impiegherà almeno altri due anni.

Sulla produzione di Cementir Holding, poi, pesano i problemi legati al terrorismo medio-orientale. Nell'impianto in Sinai, ha spiegato il pesidente della societò, "area con problemi di terrorismo, siamo vicini alla striscia di Gaza, c'e' ancora uno stop and go della produzione, ma speriamo la situazione possa stabilizzarsi". "L'impianto - ha aggiunto Caltagirone Jr - da tre anni va alla metà della produzione; dalle 16 nell'area scatta il coprifuoco".

ROMANIA: Swiss cement producer increases turnover by 7.8% in Romania

Swiss cement producer Holcim increased its sales in Romania last year by 7.8% compared to 2013.

This was due to the large projects developed in the Bucharest area.

Cement prices dropped by 1.2% in Romania in 2014, whereas the aggregate sales went down by 6.1%, but prices increased by 13.6%. Aggregates include crushed stone, gravel, and sand.

In Europe, the cement sales dropped by 1%, to 26.4 million tonnes last year, compared to 26.7 million tonnes in 2013.

“In Europe, the volumes slightly increased in the fourth semester, supported by the activity in the UK and Romania, which compensated for the loss on various markets such as France, Belgium and Switzerland,” reads a group report, cited by local Wall-street.ro.

Holcim and French building material producer Lafarge are seeking to create a building material producer giant. The merger is estimated at USD 40 billion.

Monday, February 23, 2015

TOGO: La demande en ciment explose

Le Togo est confronté à une pénurie chronique de ciment. Une situation qui touche surtout les particuliers souvent dans l’impossibilité d’achever la construction ou la rénovation de leurs maisons.

Pointée du doigt, la société CIMTOGO a tenu à s’expliquer samedi sur les raisons du déséquilibre entre l’offre et la demande.

Pour Jean Adoléhoumé, le directeur Administratif de cimentier, la conjonction de trois facteurs entraîne la pénurie depuis décembre dernier. Il y a d’abord la saison sèche, période traditionnelle de construction au cours de laquelle la demande est soutenue. Ensuite, les transporteurs délaissent l’acheminement du ciment en période de récolte pour privilégier le coton et les intrants plus rémunérateur ; enfin, il y a eu des mouvements sociaux à Wacem et une panne du broyeur chez Fortia.

Le marché est tendu globalement en raison des besoins importants pour la rénovation du réseau routier qui pèsent sur la production.

Mais Jean Adoléhoumé dément les affirmations selon lesquelles une grosse partie du ciment produit au Togo serait exportée. A peine 20000 tonnes de cimentsle de la société.de 2000 tonnes vers le Nord du Togo. du ciment produit au Togo serait exporté. les transpo% sont destinés aux pays de la région.

CIMTOGO a apporté un début de solution à la pénurie en acheminant ces derniers jours près de 2000 tonnes vers le Nord du Togo.

‘Nous avons mobilisé 50 camions pour inonder le Nord afin de garantir la disponibilité du ciment. Nous privilégions le marché intérieur’ indique le responsable de la société.

CIMTOGO produit 16.000 tonnes de ciment par semaine.

PERU: Unacem impugnará sanción del Indecopi ante el Poder Judicial

La compañía Unión Andina de Cementos (Unacem) anunció que impugnará judicialmente la resolución del Indecopi que le aplicó una sanción de S/. 5.9 millones, por lo que no estará obligada a realizar pago alguno.

“En el improbable caso que el proceso judicial concluya con un fallo desfavorable, la empresa considera que el monto de la sanción no es material respecto a los ingresos ni al patrimonio de la sociedad”, dijo la empresa en un Hecho de Importancia enviado a la Superintendencia del Mercado de Valores (SMV).

La empresa recordó que el 25 de marzo del 2010, la Secretaría Técnica de la Comisión de Defensa de Libre Competencia admitió a trámite la denuncia efectuada por la Ferretería Malva en contra de Unacem y otros, por la comisión de conductas anticompetitivas, e inició de oficio un procedimiento sancionador contra la cementera.

En enero del 2013, la Comisión de Defensa de Libre Competencia sancionó a Unacem en el extremo de la negativa injustificada de venta, con una multa de 1,488.20 Unidades Impositivas Tributarias (UIT), absolviéndola de la imputación por boicot.

Antes las apelaciones interpuestas, el Tribunal de Defensa de la Competencia emitió una resolución, la cual fue notificada a la empresa el 19 de febrero del presente año, mediante la cual confirmó todos lo establecido en la resolución del 2013.

Si bien esta última resolución del Tribunal de Defensa de la Libre Competencia pone fin a la instancia administrativa, Unacem señaló que está en “total desacuerdo con la imputación de negativa injustificada de ventas y con la sanción impuesta”.

En ese sentido, la cementera interpondrá ante el Poder Judicial un proceso contencioso administrativo para que se declare la nulidad de la referida resolución, “por no encontrarse arreglada a ley”.

PUERTO RICO: Las ventas de cemento disminuyen 19% en enero

La ventas de cemento bajaron hasta 989.5 de sacos en enero, lo que supone una caída de 19.1%. Es la segunda vez, desde al menos 1984, que las ventas mensuales de cemento caen por debajo del millón de sacos. Las ventas sólo han aumentando en dos ocsiones en los últimos 29 meses.

Las ventas de cemento constituyen un indicador adelantado de la actividad de la industria de la construcción.

Las ventas de cemento se han visto afectadas por el desplome del mercado de construcción de viviendas y la falta de recursos por parte del Gobierno para construir obras públicas. Antes de la crisis que empezó en el 2006, se vendían más de 40 millones de sacos.

En el 2014, las ventas disminuyeron 9.8%, la segundo reducción tras dos años de aumentos.

Por otro lado, la producción local de cemento se redujo 20.6%, hasta 779 millones de sacos de 94 libras en enero. En el 2014, la producción se redujo 1.9 %, tras dos años de aumento.

ARGENTINA: Santiago tuvo el mayor avance en consumo de cemento en el NOA y de electricidad en todo el país

Santiago del Estero se ubicó entre un puñado de 9 provincias en todo el país que cerraron el 2014 con un incremento en el consumo de cemento mientras ese mismo indicador registró una caída a nivel nacional, a la vez que esta misma provincia encabezó en el primer mes de 2015 el ránking de aumento de consumo de energía eléctrica, según datos oficiales.

En el primero de los casos, según un análisis realizado por las economistas Alejandra Marconi y Soledad Barone del instituto Ieral de la Fundación Mediterránea, ?el consumo de cemento mostró significativas asimetrías entre provincias?. 

El estudio, destacó que sobre la base de datos oficiales de la Asociación de Fabricantes de Cemento (Afac), ?el desagregado regional refleja comportamientos muy diferenciados, con provincias en las que esta variable clave del sector construcciones se incrementó a un ritmo de dos dígitos en la variación interanual (caso de Neuquén y La Pampa) o en torno al 5 %, caso de Santa Cruz, San Luis, Santiago del Estero y Jujuy?.

Pero así también, reflejó ?caídas pronunciadas en Misiones (-20,6 %), San Juan (-11,8 %), Mendoza (-11,2 %), Corrientes (-11,0 %), Entre Ríos y La Rioja (-7,2 %) El año 2014 no fue, a nivel general, un buen año para el consumo de cemento, pero el último trimestre finalizó con una leve mejoría para algunas zonas del país?, entre ellas, Santiago del Estero.

En este sentido, el trabajo expuesto por las economistas, señala que de las 9 provincias que tuvieron crecimiento en el período analizado, Santiago se encuentra a mitad de ese ránking con una expansión en su consumo de 4,6%. 

Primera en la región

Sin embargo, al mostrar los datos regionales del NOA, de allí surge que ésta provincia es la que encabeza el crecimiento en el Norte del país. Y junto a Jujuy, fueron las dos únicas que cerraron el 2014 con datos positivos, ésta última provincia con un avance similar al de Santiago. 

Asimismo, otras jurisdicciones más grandes de la región cerraron con números rojos en este sector. El caso de Salta que tuvo una retracción del consumo de cemento de 3,4% o de Tucumán, que acusó una baja de 5,7%.

Tanto la obra pública como la obra privada, tuvieron una influencia decisiva en el consumo de las más de70 mil toneladas de cemento que se dieron a nivel provincial en el último trimestre del año pasado.

Santiago, con demanda en alza

Por otro lado, la Fundación para el Desarrollo Eléctrico de la Argentina (Fundelec), situó a Santiago del Estero como la provincia que más incremento tuvo en el consumo de energía eléctrica en todo el país, a la par de Santa Cruz, con una expansión en este indicador de 19%, lo que implicó una expansión en la demanda de electricidad mayor en más de un 700% respecto del promedio de crecimiento que experimentó la demanda del fluído eléctrico en la región NOA. 

?Se registraron ascensos en los requerimientos al Mercado Eléctrico Mayorista (MEM) en nueve provincias: se registraron ascensos en los requerimientos al MEM en nueve provincias: Santiago del Estero (19%), Santa Cruz (19%), Neuquén (11%), Salta (7%), San Juan (6%), Chubut (5%), Chaco (4%), Jujuy (4%) y Río Negro (4%)?, indicó la institución.

Por otra parte, también reportó que durante el primer mes del año en curso, fueron muchas más las que registraron bajas en sus respectivas demandas de energía eléctrica. ?Fueron 17 las empresas o provincias que marcaron descensos en sus requerimientos eléctricos al MEM: los que verificaron bajas acentuadas fueron Mendoza (-22%), Corrientes (-11%), La Pampa (-10%), San Luis (-7%), Eden (-6%), Edenor (-5%), Edesur (-5%), Entre Ríos (-4%), Edes (-4%) y La Rioja (-4%), entre otros?, señaló Fundelec.

Baja en el país

El informe de Fundelec, destacó que "con un descenso pronunciado en la Ciudad de Buenos Aires y el área Metropolitana y temperaturas, en promedio, similares a las registradas en 2014, enero presentó una baja general del consumo eléctrico del -2,7% en comparación con el mismo período del 2014".

Respecto de la situación que se dio a nivel país, la institución detalló que "en enero de 2015, la demanda neta total del MEM fue de 11.680,7 GWh; mientras que, en el mismo mes de 2014, había sido de 12.006,3 GWh1. Por lo tanto, la comparación interanual evidencia un descenso de -2,7%. De este modo, el mes de enero representa el segundo mes consecutivo de descenso en plena temporada estival".

Cabe destacar que una situación diametralmente opuesta se dio en Santiago del Estero ya que experimentó un crecimiento casi un 700% mayor a la expansión que se observó en la región NOA, por las elevadas temperaturas que se registraron durante ese primer mes del año e impactaron en el consumo eléctrico.

PHILIPPINES: Holcim profit rose 13% in ’14 to P5.1B

Holcim Philippines, the country’s leading cement manufacturer, considers 2014 a banner year as net profit rose by 12.9 percent to P5.1 billion on the back of robust construction activities.

The construction industry grew by double-digits last year to keep cement in high demand. With this, Holcim’s cement sales volume rose by 12.3 percent last year to help the company achieve revenues of P32.6 billion, 13 percent higher compared to the previous year.

Holcim thus managed to grow faster than the 9.5-percent expansion of the entire cement industry last year.

The overall industry nevertheless picked up pace from the sector’s 5.6-percent growth posted in 2013.

“The healthy economy continues to provide opportunities for our business to thrive. Last year, with the sustained construction boom, the challenge was ensuring that there is enough supply so these projects are completed on time and on budget. Our company is proud to have met this challenge and contributed to the country’s development,” said Holcim Philippines president and chief executive officer Eduardo Sahagun.

At the same time, Sahagun said effective cost management in manufacturing, distribution and support groups allowed the company to minimize the impact of expensive imported clinker on net profit.

Cash flow as measured by earnings before interest, taxes, depreciation and amortization (Ebitda) went up by 15.1 percent to P8.8 billion.

Given the double-digit growth in Holcim’s net profit last year, return on equity (ROE) likewise rose to 23.6 percent last year from 21.7 percent in the previous year.

For 2015, Sahagun said the company would focus on continuing to improve its ability to supply the market through efficiency initiatives in manufacturing and logistics.

He added that Holcim Philippines would sustain its commitment to deliver products and services that keep customers delighted.

Sahagun said higher government budget for infrastructure, sustained private sector expansion and faster implementation of public-private partnership projects would provide the cement industry with numerous opportunities.

Holcim Philippines, which is part of the global cement group Holcim, operates four cement plants in La Union, Bulacan, Misamis Oriental and Davao.

It has more than 1,700 employees in the Philippines and produces four cement products: Holcim Excel, Holcim WallRight, Holcim Premium Bulk and Holcim 4X. Its products are sold in bags, jumbo bags and in bulk.